diporto vietato coronavirus
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Diporto vietato dalle norme anti Coronavirus

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Diporto vietato, a meno che…  

uscire in barca liguriaIl mantra ai tempi del Coronavirus è “restate in casa”, lo sappiamo tutti. Ma in molti si domandano se è possibile uscire in barca. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non è chiaro su questo punto. All’interno del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 marzo, che trasforma l’Italia in un’unica “zona protetta”, non sono presenti indicazioni specifiche in merito alle uscite in mare che non riguardino il trasferimento di merci (leggi il nostro articolo sulle ordinanze portuali anti-Coronavirus).

In linea generale, le uscite in barca sono da evitare, tranne per quei rarissimi casi di persone che vivono nella propria imbarcazione e che, per raggiungere la barca-domicilio devono spostarsi, ricadendo quindi nella fattispecie dello spostamento solo per esigenze lavorative, sanitarie o per altre necessità, quali l’acquisto di beni di prima necessità.

Ecco perché il diporto è vietato e non si può uscire in barca

uscire in barca porto ercoleIl decreto, dicevamo, non limita né autorizza l’uso della barca in modo esplicito. Per raggiungere la barca, però, è necessario uscire di casa. Al fine di impedire la diffusione del Covid-19, gli spostamenti sono ammessi solo in tre circostanze, che devono essere indicate nel modulo di autocertificazione: esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute. Di conseguenza non è possibile uscire in barca, perché il diporto non è legato ad esigenze di questa natura.

Ciò significa che un’imbarcazione potrà essere condotta, ad esempio, dal suo comandante per motivi professionali, perché in questo caso vi è una comprovata esigenza lavorativa. Non è possibile però noleggiare un’imbarcazione, proprio perché non è possibile uscire di casa per ragioni legate allo svago. Diporto vietato quindi, a tutti gli effetti.

In Sardegna i primi diportisti denunciati

uscire in barca a velaIn caso di violazione del decreto, l’art. 650 c.p. prevede l’arresto fino a 3 mesi o l’ammenda fino a 206 euro, sempre che il fatto non costituisca più grave reato. Più severe le pene previste in caso di dichiarazioni mendaci nell’autocertificazione: l’art. 475 c.p. e l’art. 76 del DPR 445/2000 prevedono la reclusione da 1 a 6 anni.

Al momento, dunque, fino alla validità delle misure anti-Coronavirus, a meno che non abitiate o lavoriate a bordo di un’imbarcazione, le uscite in barca, anche da soli, sono vietate proprio perché ciò richiederebbe inevitabilmente di uscire di casa ed esporre se stessi e gli altri al rischio contagio.

Intanto sono arrivate le prime denunce per violazione dei divieti straordinari: settimana scorsa due diportisti sono stati sorpresi a veleggiare lungo le coste di Alghero, in Sardegna, e quindi denunciati dalla Guardia di Finanza; a un armatore, anch’egli mentre navigava in acque sarde, è stato imposto il rispetto del periodo di quarantena a bordo della sua imbarcazione.

Non si esclude un eventuale  inasprimento delle norme restrittive, dato che la diffusione del Covid-19, allo stato attuale, non sembra lanciare significativi segnali di indebolimento. Dunque attendiamo la fine di questa emergenza per poi tornare a respirare il profumo e la libertà del mare aperto.

TuttoBarche AppThe International Yachting Media Digest

8 Comments

  1. Permettermi di elogiare la vostra rivista molto bella . Ora richiedo la vostra opinione che forse la sua risposta potrà essere essere d’interesse per altri che vivono la stessa situazione . Io con il mio compagno siamo residenti in barca a Portoferraio è attualmente fermi in Darsena causa situazione restrittiva. I movimenti che facciamo sono solo legati alle disposizioni di tutti. Ora il mio compagno è un professionista settore nautico, quindi quando si decideranno ad aprire i Cantieri Nautici ritornera a riprendere il refting interrotto. Ho fatto questa premessa per far capire perché chiedo la vostra opinione dopo aver letto il vostro articolo sui divieti del diporto: a fine aprile noi terminano il periodo dell’ormeggio invernale e teoricamente, dovremmo lasciare la Darsena per andare a buttare l’ancora in rada prospicente a Portoferraio. Secondo voi si potrà fare ? Potrebbe causare problemi con la ripresa , speriamo , dell’attivita’ lavorativa ?
    Ringrazio della vostra risposta è un augurio di buon lavoro.

    • Buongiorno Daniela,

      Quando le restrizioni attuali termineranno il governo varerà quella che viene comunemente chiamata fase 2. Bisognerà attendere di leggere le disposizioni che verranno scritte prima di sapere con che modalità il diporto potrà riprendere, anche per effetto della modalità con cui le Capitanerie adotteranno il futuro decreto.
      A Portoferraio poi la Capitaneria è particolarmente efficiente ed attiva, ci risulta fra l’altro che ci siano già delle ordinanze che regolano la sosta all’ancora nella rada prospiciente il porto, avevamo scritto un articolo in questo senso qualche anno fa : http://www.tuttobarche.it/magazine/ancoraggio-rada-barca-incustodita-legge.html

      Ad ogni buon conto escludo che lei possa lasciare il suo posto barca prima dell’entrata in vigore delle nuove normative.

      Buon Vento
      Luca

  2. Buongiorno Daniela,
    anche da noi nel salento la Capitaneria e’ abbastanza attiva e collaborativa con noi diportisti che cmq agevoliamo il suo compito !
    In merito proprio alla vs posizione da noi vige la regola che se un natante o altro in sosta in rada, al momento dell’ingresso in porto e all’attracco in banchina deve sottoporsi al periodo di autoquarantena ! Pertanto la risposta credo sia soddisfacente fino al 03 maggio , periodo di restrizione DPCM !
    Per coloro, e sono pochi , che invece risiedono in barca attraccati senza uscite, vige la regolamentazione del DPCM !
    Un saluto e buon vento, in attesa che il tutto migliori

  3. Buongiorno io ho una barca da diporto
    Ma con partita IVA cioè uso trasporto passeggeri vorrei sapere se dal 3 maggio
    La posso utilizzare per andare a pesca dato che quest’anno turismo sarebbe vuoto, grazie per il vostro tempo e grande rivista la vostra.

  4. Premetto che capisco perfettamente le esigenze di isolamento legate all’emergenza Covid e sono tra quelli che finora ha rispettato pedissequamente le indicazioni governative; ciò che non riesco a comprendere è il perché di alcune norme che ci vengono imposte e che non posso non definire stupide e tra queste c’è il divieto al diporto.
    Facendo un esempio personale, io posseggo un 38 piedi a motore attualmente situato a Sapri, nella mia stessa regione ma più a sud e raggiungibile con circa 200 km di percorrenza ed in barca condivido gli spazi esclusivamente con le persone di famiglia, ne più ne meno come in casa.
    Ammesso che io parta in auto, scenda al porto di Sapri e salga a bordo senza avere contatti con alcuno tranne con le persone con cui ho contatti quotidianamente, scenderei dalla barca solo per approvvigionamenti così come farei stando a casa e con le stesse precauzioni e provvederei al rifornimento di carburante senza scendere dalla barca, come del resto faccio di solito, qualcuno mi potrebbe spiegare per quale imbecille norma non possa farlo?
    A questo si aggiunge la impossibilità di raggiungere una barca che è pur sempre un investimento ed un costo e la perdita, inutile, di un mercato importante quale la cantieristica e l’indotto creato dal turismo diportistico.
    E questa è purtroppo una sola delle molteplici fesserie a cui stiamo assistendo; ci sarà qualcuno tra i nostri mediocrissimi governanti a cui si possa aprire uno spiraglio, un barlume di intelligenza e di senso pratico?

  5. Lancio un appello affinché coloro che possiedono un posto barca ed un natante come il sottoscritto possano tornare in piena libertà a godersi il mare visto che in Liguria abbiamo la fortuna di averlo e lo dice uno che in questo periodo ha continuato a lavorare e quindi rischiato di essere contagiato in quanto lavoratore di un centro commerciale ed a contatto con i cittadini che necessitano di beni di prima necessità…ma proprio per questo che rivendico l’assoluta mancanza di pericolo di contagio per uno che si reca con la sua barchetta da solo oppure al massimo con la moglie che abitualmente vive con me in mezzo al mare dove non c’è nessuno vicino…per di più dopo un’anno di lavoro dopo aver programmato le meritate ferie e soprattutto con l’avvicinarsi delle belle giornate…d’altronde non abbiamo più nulla,niente calcio,niente formula 1 ecc.ecc. almeno un giretto in barca ce lo meritiamo…fate presto vi prego…adesso o fra 1 mese non cambierà nulla ,il virus per un po’ ci farà compagnia…non perdiamo altro tempo, liberateci !! Grazie Klod

  6. Scusate, ma dove è scritto che dal 4 maggio non si può uscire in barca? Dopo il decreto dell’8 marzo era uscito un chiarimento del ministero dei trasporti, il quale spiegava che l’attività nautica era da intendersi interdetta unicamente per il fatto che per raggiungere la barca sarebbe stato necessario effettuare uno spostamento casa-porto, non giustificato da ragioni di necessità, tanto è vero che lo stesso parere chiariva che il divieto non riguardava chi viveva in barca. Ora, in base all’art. 1.1.f) del decreto 26 aprile 2020, lo spostamento tra casa e barca può tranquillamente rientrare nell’attività motoria permessa, mentre per l’uscita in barca – in sé – continuano a non esistere divieti specifici. Pertanto, sotto l’ombrello dell’art. 41 della Costituzione, che dichiara automaticamente permesso tutto ciò che non è espressamente vietato, l’uscita in barca dovrebbe essere possibile, senza che si infranga alcuna legge. La cosa, dal giorno 4 maggio, diventa ancora più facile per chi abita in una di quelle regioni che consentono di andare a fare manutenzione alla barca. Però mi chiedo: queste regioni, in base a quale norma dicono manutenzione si, uscita no?? A questo proposito mi piacerebbe però avere il conforto del parere di qualche giurista.

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