Estilo, i gommoni che non sanno di essere speciali

Arrivano gli Estilo, i gommoni che non sanno di essere speciali

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“Che cosa hanno di speciale questi gommoni Estilo?” Se uno pone la domanda a Osmar Ramiro, proprietario e fondatore del marchio, la risposta che dà sorridendo è: “Nulla”. In realtà, il “nulla” che usa è carico di significati, in quanto, specifica l’imprenditore quando si approfondisce il discorso: “non hanno nulla in più di quello che secondo noi dovrebbe avere un gommone di questo tipo”. Quindi, in altri termini, gli Estilo sono realizzati esattamente come alla Estilo si ritiene che debbano essere costruiti e accessoriati i gommoni per essere considerati tali. Come dire: non sono i nostri prodotti a essere speciali, al limite sono altri gommoni a essere… sottodotati.

L’Estilo 17 ripreso durante la prima uscita ufficiale.

Estilo è un marchio neonato, ma dalla lunga esperienza acquisita dai suoi ascendenti. A crearlo è stata la volontà e la determinazione di Ramiro, da oltre 20 anni attivo nel mondo dei rib (rigid inflatable boat, più prosaicamente: gommoni a chiglia rigida), con la sua Maggom, azienda con sede a Casei Gerola, nel pavese alle porte di Milano sud, patria della grande tradizione tricolore nel mondo delle imbarcazioni pneumatiche. I prodotti in Hypalon realizzati in questi capannoni sono stati e sono tuttora destinati a numerosi e ben noti marchi commerciali, sia a un uso diportistico sia professionale, importante da questo punto di vista è tutto il comparto delle produzioni militari.

Se la domanda iniziale sulla specialità di questi rib è posta a Paolo Strazzela, l’ideatore dell’Estilo diciassette, il primo modello presentato al pubblico e reduce dalle prime sessioni fotografiche in mare, l’accento viene posto sulla sua modularità.

L’Estilo 17 visto da poppa, si nota la dimensione delle due prati della spiaggetta intorno al fuoribordo.

“Noi diamo a tutti la possibilità di adattare il battello alle necessità specifiche”, spiega Strazzela, “perché i gavoni nel pozzetto, sia a prua sia sullo specchio di poppa, possono essere aggiunti o tolti con un’estrema facilità. Anche a barca già varata, anche quando un modello passa di mano nel mercato dell’usato. In pratica si può decidere di avere un gommone totalmente open, come può essere utile per chi ne fa un uso da mezzo di lavoro o da pesca, oppure con tutti i gavoni del caso, come barca più da famiglia, con tanto di tavolino a prua che si integra nel prendisole. Oppure una via di mezzo, con un’estremità attrezzata per gli ospiti e l’altra libera per chi pesca”, conclude con entusiasmo.

Molto semplice il piano di coperta degli Estilo, ma ugualmente ricercato come si nota nlla consolle.

 

Da un punto di vista dei contenuti tecnici relativi a materiali e metodologie costruttive, quindi, Estilo parte da una ottima base. Inizia con il 17 piedi attualmente in produzione e sarà poi declinata su una misura inferiore, intorno ai quattro metri, e una superiore, verso i 23’. In modo da avere una gamma di modelli per ogni esigenza dimensionale. Comune denominatore sarà l’attenzione alle prestazioni. “Abbiamo fatto progettare la carena dell’Estilo Diciassette in Olanda. Abbiamo voluto che fosse la più efficiente possibile per poter avere un mezzo che anche con un motore da 40 cavalli, quindi senza patente, potesse essere usato senza limiti se non quelli imposti dalla legge. Dal punto di vista della fruibilità abbiamo voluto che avesse la stessa praticità e reattività immediata che avrebbe con un motore da 90 cavalli, che è la potenza che noi consigliamo come miglior rapporto imbarcazione/propulsione”, illustra Ramiro.

Una vista s’insieme del pozzetto dell’Estilo.

Per entrare nell’ambito dell’aspetto stilistico ed estetico, preponderante quando dal professionismo si passa al diporto, perché si sa che le barche si comprano con gli occhi e poi ci si trova delle giustificazioni più o meno tecniche alla scelta operata. E qui il lavoro svolto da Massimo Ungolo, il disegnatore, si nota sia nelle scelte stilistiche delle tappezzerie in due colori e nelle finiture bicromatiche anche sui galleggianti. Si evidenzia nella presenza del teak sintetico su tutte le superfici calpestabili (con tutti i vantaggi che questa soluzione ha rispetto al teak naturale in termini di peso installato a bordo, di durata, di ridotto calore sotto i piedi, e praticamente di assenza di manutenzione), comprese le due lunghe parti della spiaggetta poppiera che si prolunga sino all’estremità poppiera dei coni terminali.

L’intervento coordinato di progettista, ideatore e designer si nota anche nei dettagli tecnici come il musone in vetroresina, nei tientibene inseriti nella consolle e nella consolle stessa con il relativo standup. Il design è essenziale eppure ricercato, la sede della timoneria e dei comandi, già abbattibile nel caso in cui l’Estilo 17 voglia essere utilizzato come tender e rimesso nel garage dello yacht, ha un suo carattere definito. Non un parallelepipedo installato in mezzo al pozzetto, ma una figura lavorata con alternanza di linee rette e superfici curve, con una sua plasticità e geometria definita che pur senza farle perdere la sua compattezza, snella verso la base e più spaziosa in alto con il parabrezza che sembra fiorire dallo stelo, permettono di identificare e caratterizzare il gommone nel grande mare della concorrenza.

 

 

Giacomo Giulietti

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