Volvo Ocean Race: l’Atlantico del Nord
I team in gara nella VII tappa della Volvo Ocean Race sono alle prese con alcune tra le condizioni piu’ snervanti per un regatante: il vento che va e viene, nuvole a perdita d’occhio che si portano via l’aria, la corrente del Golfo che aumenta e diminuisce di continuo, un muro invisibile sulle mura di sinistra – i limite della zona degli iceberg che le barche non possono superare.
Leggendo i diari di bordo si percepisce il nervosismo degli equipaggi: lo scoraggiamento di chi si trova nei buchi di vento, la tensione a bordo dei leader della classifica assoluta, Abu Dhabi Ocean Racing, che deve piazzarsi prima dei diretti sfidanti di Dongfeng per difendere il primato. La “flotta” procede compatta verso Est, senza grosse difficolta’ se non quelle di cercare ogni refolo di vento per guadagnare anche il piu’ piccolo vantaggio sui concorrenti.
A ricordarsi delle passate edizioni della competizione sembra impossibile che le barche si trovino in quello stesso Atlantico del Nord che ha visto succedere cosi’ tanti incidenti di cui ricorrono gli anniversari proprio in questi giorni. I piu’ drammatici scuramente nell’edizione 2005/2006, quando il giovane Hans Horrevoets perse la vita in mare, scaraventato fuori bordo da un’onda durante un rinforzo improvviso di vento nella notte. Con il suo corpo a bordo, l’equipaggio di ABN Amro 2 dovette solo poche ore dopo soccorrere il team di Movistar, che per un danno alla chiglia imbarcava acqua nel bel mezzo dell’oceano Atlantico. Movistar, guidata dallo skipper a capo di team Brunel nella presente edizione, fu lasciata affondare, e ABN con a bordo il corpo di Hans e tutto l’equipaggio di Movistar approdo’ lentamente nel Regno Unito, per un arrivo davvero carico di emozione.
Chi segue la Volvo Ocean Race si aspetta mediamente che sia il Pacifico del Sud a riservare le condizioni piu’ rischiose per le barche e gli equipaggi, e di certo i 50 ruggenti non sono una passeggiata, ma la tappa di rientro in Europa e’ quella con il curriculum piu’ fitto dal punto di vista degli incidenti. Proprio Bouwe Bekking, skipper di Movistar nel 2005/2006 e di Team Brunel in questa edizione dice: “Basta guardare alla storia di questa tappa, diversi alberi sono stati rotti, uan barca e’ affondata, un uomo ha perso la vita, e stiamo tornando in Europa, tutti spingono al massimo”.
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