Partita la VII tappa della Volvo Ocean Race: il ritorno in Europa, alle origini della Whitbread Round the World Race
Partiti! Dopo la regata in port vinta dagli spagnoli di Mapfre, le sei barche in gara per la Volvo Ocean Race 2014/2015 sono partite da Newport negli Stati Uniti, diretti a Lisbona in Portogallo.
E’ una delle tappe piu’ brevi della competizione, 2.800 miglia contro le oltre 5/6.000 delle tappe precedenti, ma e’ estremamente tecnica. La (relativamente) breve distanza e soprattutto le condizioni metereologiche dell’oceano Atlantico metteranno alla prova l’abilita’ strategica dei team piu’ della loro resistenza fisica. Il team tutto femminile, Team SCA, potrebbe riservare belle soprese in questa tappa.
Questa settima tappa segna anche il ritorno in Europa, dove la competizione nacque piu’ di 40 anni fa (nel 1973) con il nome di Whitbread Round the World Race, prima di prendere il nome dell’attuale sponsor, Volvo, nel 2001. Numerose innovazioni sono state introdotte negli anni, tra cui la piu’ interessante dal punto di vista della competizione e’ la scelta di far regatare imbarcazioni one design, ovvero perfettamente uguali in tutto e per tutto. I 65 piedi disegnati da Bruce Farr e realizzati da un consorzio di costruttori europei sono delle vere e proprie macchine da guerra, ottimizzate per la velocita’ (e la sicurezza). Le imbarcazioni sono ridotte in lunghezza rispetto agli open 70 delle tre precedenti edizioni, che hanno visto velocita’ impensabili, record infranti, barche letteralmente spezzate.
La scelta dello one design, oltre a ridurre notevolmente i costi di costruzione e gestione delle imbarcazioni, mette ulteriormente in risalto la componente umana e strategica della competizione. E’ capitato spesso in questa edizione di vedere arrivare le barche separate da poche miglia e pochissimi minuti di distanza dopo migliaia di miglia di gara in oceano aperto: una cosa stupefacente dal punto di vista della navigazione.
Questa fortissima pressione psicologica aggiunge difficolta’ ad un’impresa gia’ estrema, quella di circumnavigare il globo a vela su barche come queste, dove il comfort e’ inesistente, tutto e’ ridotto all’osso, e l’imperativo e’ andare veloci, andare sempre, anche con 50 nodi di vento e onde alte metri. Non per niente il motto della Volvo Ocean Race e’ “Life at the extreme”.
Ecco, il comfort a bordo e’ un’altra delle cose che sono decisamente cambiate nel tempo. Anche i primi marinai a correre la Whitbread dovevano affrontare condizioni estreme e lunghi mesi in mare, ma nei vecchi video si vedono gli equipaggi caricare interi prosciutti, forme di formaggio e casse di birra prima della partenza, suonare la chitarra e giocare a carte durante i momenti tranquilli a bordo. Oggi gli equipaggi si nutrono di cibi disidratati e liofilizzati, a mala pena hanno avuto il permesso di portare a bordo un lettore mp3 per ascoltare un po’ di musica durante le ore di “sonno”, e passano tutto il tempo attaccati agli strumenti satellitari per consultare meteo, posizioni e scrivere blog di bordo.
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