Teak sintetico Flexiteek Federico Falchieri
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Flexiteek, l’università del teak sintetico

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Teak sintetico: intervista a Federico Falchieri di Flexiteek Italia

Estetica, longevità e performance. Sono questi punti di forza del teak sintetico di Flexiteek Italia, azienda leader di questo settore in netta crescita che, dal 2000, riveste le imbarcazioni con un teak sintetico duraturo e sostenibile, caratterizzato da un’ottima resa estetica e da elevate prestazioni, in tutte le condizioni ambientali.

Abbiamo incontrato Federico Falchieri, importatore ed installatore del prestigioso marchio, per fare un punto sull’andamento del mercato, sulle nuove tendenze ma anche per parlare di questo materiale innovativo che, sempre di più per fortuna, col passare degli anni dimostra la propria qualità ed affidabilità.

Federico Falchieri, il teak sintetico

Federico, la vostra azienda è leader in Italia di qesto segmento, che he percentuale di mercato avete?

Abbiamo una quota di mercato di circa il 70%. L’anno scorso, nel 2022, abbiamo fatto 16mila metri quadri di cui la maggior parte, circa l’80%, per barche a motore, il 20% per quelle a vela, riflettendo in pratica la ripartizione delle vendite tra queste due tipologie di imbarcazioni di cui peraltro le dimensioni stanno aumentando, oggi si vendono molte più barche da 40 piedi in su. Tutto il mercato in generale si è alzato di livello.

Quali sono i cantieri più rappresentativi che servite?

Ne serviamo molti. Pardo, Grand Soleil, VanDutch, Capelli, Formenti, Azimut solo per citarne alcuni, ma anche una grande quantità di realtà più piccole ed artigianali, come Aurea e Silent Yacht per la quale stiamo lavorando ad uno splendido catamarano a propulsione elettrica per cui il nostro teak sintetico rappresenta anche una scelta sostenibile.

Interno del nuovo capannoneParliamo dei processi di posa e lavorazione. Abbiamo assistito ad un generale ammodernamento dei processi, come si sta evolvendo tecnologicamente il vostro lavoro?

Effettivamente la tecnologia sta facendo passi da gigante e sono molti gli automatismi che utilizziamo per esempio per le rilevazioni di misura ma, essendo il nostro un prodotto di alta qualità, ci piace continuare anche con le rilevazioni fatte a mano, barca per barca, seguendo così il mercato del custom e facendo un servizio su misura. 

Sono i piccoli dettagli e la nostra esperienza a fare ancora la differenza.

Le coperte le prepariamo nella nostra sede di Passo Segni (BO), ma abbiamo aperto anche una sede più grande a Forlì dove possiamo affrontare in contemporanea più progetti, anche di barche di grandi dimensioni e dove lavorano altre 8 persone, che termo-saldano e preparano le coperte.

Parlando della posa invece, una volta preparato il fondo, incolliamo il tutto dedicando il giusto tempo a questa lavorazione per ottenere un risultato perfetto. 

Utilizziamo la tecnica del sottovuoto, per la quale abbiamo un brevetto relativo al fondo scanalato del materiale che, oltre ad identificarci, è molto efficace poiché permette un maggiore presa della colla ed una migliore fuoriuscita dell’aria.

Il vostro teak sintetico si chiama Flexiteek 2G, quali sono i suoi maggiori punti di forza?

Il nostro teak sintetico è famoso per essere il più leggero e quello che scalda meno sotto il sole ma, per me, è anche il più bello, per questo è scelto dai migliori cantieri. Detiene inoltre diversi brevetti, come quello che facilita la posa di cui abbiamo parlato poco fa, ma anche uno molto importante, quello per la dissipazione del calore.

E poi è altamente sostenibile, e questo oggi è fondamentale. È riciclabile e non causa il disboscamento delle foreste che, oltre a contribuire in modo evidente al riscaldamento globale, è un’attività che favorisce il lavoro minorile ed il mercato delle armi, tutte conseguenze di un uso scellerato del legno vero. 

fase di lavorazione del teak sinteticoVeniamo al mercato, che sicuramente ha dato e da segnali positivi, si riflettono anche nella vostra realtà?

Il mercato è ancora in crescita, nei primi 3 mesi del 2023 abbiamo già venduto 5 mila metri quadrati, rispetto ai 16 mila totali dello scorso anno. Puntiamo a superare i 18 mila.  Per sostenere questa crescente domanda abbiamo a disposizione un ampio magazzino, dove stocchiamo sempre una grande quantità di metri quadrati di materiale, un bel punto di forza in questo contesto storico, dove è molto difficile reperire la materia prima. Anche per questo sono sempre di più i cantieri che si affidano a noi.

Siamo infatti cresciuti percentualmente più della media del mercato, il fatturato del 2022 è stato più del doppio di quello del 2019, una grande crescita in soli 4 anni’.

Vediamo sempre di più il Flexiteek impiegato anche negli interni delle imbarcazioni, quanto è importante questo fenomeno?

Incide ancora poco, ma è in decisa crescita. Il Flexiteek per gli interni è importante perché le barche moderne sono più aperte di quelle del passato. I confini tra interni ed esterni tendono a scomparire, diventa quindi importante la continuità estetica che il teak sintetico consente. Il nostro prodotto viene anche usato molto per le aree o gli accessori che si sporcano molto, come i tavoli all’esterno per esempio eliminando cosi per sempre i problemi di umidità. Il nostro teak sintetico ha inoltre la caratteristica di avere un grip importante anche a barca bagnata, e questo è un grande vantaggio in termini di sicurezza.

Dati assolutamente incoraggianti: immagino guardiate con entusiasmo al futuro…

Assolutamente sì, siamo molto orgogliosi del nostro lavoro e di collaborare con tutti i nostri clienti in questa nostra piccola ma grande rivoluzione, sono certo che i risultati continueranno a vedersi anche nel prossimo futuro.

WWW.TEAKNOTEK.COM

Luca D'Ambrosio

Direttore responsabile, tester e giornalista. Comincia a navigare in tenera età con il padre poi da adulto scopre la vela e le regate d'altura.
Lavora da più di trent'anni in editoria e naviga continuamente, soprattutto a bordo della barca della redazione, una vecchia signora dei mari che ha ristrutturato completamente e che svolge egregiamente la funzione di "laboratorio mobile" per The International Yachting Media.

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