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Fase Vela: il protocollo della FIV per una rapida ripartenza

Fase Vela : il presidente della FIV Francesco Ettorre presenta il protocollo di sicurezza 

Tornare a navigare a gonfie vele, rispettando le regole. C’è voglia di ripartire, ma con prudenza. Chiamiamola “Fase Vela” questa Fase 2 che gli appassionati velisti si apprestano ad affrontare con la speranza di salpare al più presto nella massima sicurezza.

Sull’aspetto della tutela sanitaria si è particolarmente soffermato, e non poteva essere altrimenti, il presidente della Federazione Italiana Vela Francesco Ettorre durante la conferenza stampa indetta martedì scorso sui canali social.

Ettorre ha riassunto i punti salienti del protocollo ufficiale di sicurezza, riconosciuto dal Ministero per le Politiche Giovanili e lo Sport e destinato ai circoli e alle basi nautiche affiliate FIV.

Clicca qui per scaricare il protocollo di sicurezza FIV

Innanzitutto, tre le principali norme igienico-sanitarie, oltre alla presentazione dell’autocertificazione sul proprio stato di salute e all’obbligo della mascherina e dei guanti monouso mentre ci si allena, c’è il divieto di accesso alle strutture a soggetti con sintomi influenzali. Non è consentito alcun tipo di contatto fisico, così come non è permesso l’utilizzo di bottiglie comuni.

Vi è l’obbligo di lavarsi le mani prima di entrare nelle varie sedi. La sanificazione degli spazi sociali e delle imbarcazioni e l’areazione dei luoghi chiusi devono essere eseguite quotidianamente.

Le attività veliche sono concesse solo nelle strutture in grado di garantire a terra il distanziamento di almeno un metro tra le persone coinvolte. Gli spogliatoi e le aree tecniche sono accessibili solo agli atleti e agli allenatori con il divieto di lasciare in loco borse o altri oggetti personali.

Durante gli allenamenti, solo gli allenatori possono essere presenti insieme agli atleti. I pasti vanno consumati in aree aperte con distanziamento sociale di almeno un metro. Gli atleti con disabilità sono seguiti dai propri assistenti-istruttori, e tutti devono indossare mascherina e guanti.

Fase vela, due nodi da sciogliere: le attività degli olimpici e le regate d’altura

In video-conferenza, il presidente di Federvela ha voluto chiarire un argomento sul quale finora c’è stata parecchia confusione, ovvero la ripresa delle attività da parte degli atleti olimpici alla luce dell’ultimo DPCM e delle varie ordinanze regionali.

Gli atleti di interesse nazionale, nonché gli olimpici, riprenderanno subito l’attività, pur con diverse limitazioni soprattutto negli spostamenti tra una regione e l’altra che non sono consentiti, poi gradualmente riprenderà tutta l’attività di base“, ha spiegato Ettorre.

In alcune realtà, le indicazioni contenute nell’ultimo DPCM sono stato stravolte dalle normative regionali – ha sottolineato il numero uno della FIV – Alcune hanno ampliato le attività, altre hanno addirittura consentito l’apertura degli impianti sportivi, generando così molta confusione. Ricordiamo a tutti che l’apertura delle società deve essere sempre fatta nel rispetto delle linee guida ministeriali“.

Ettorre, d’altra parte, ha sottolineato come le iniziative regionali non abbiamo dato alle società il tempo necessario per mettere a norma i club, ecco perché i protocolli devono essere diramati celermente, a prescindere dai (non pochi) fraintendimenti scaturiti dalle ordinanze locali.

Infine si è parlato di un’altra questione piuttosto complessa: le regate d’altura. “Difficilmente potremo avere delle date ufficiali prima di metà luglio per riprendere le attività, in questo caso c’è il problema oggettivo del distanziamento sociale, tuttavia credo che verso fine maggio avremo qualche indicazione in più – ha dichiarato Ettorre – Non pensiamo solo agli olimpici: l’altura è un nostro faro, certo, ma occorrerà del tempo per capire se il distanziamento possa essere rimodulato per consentire a equipaggi più o meno numerosi di stare in barca insieme”.

La Fiv sta quindi ragionando su più scenari, ad esempio quello che prevede regate con equipaggi ridotti al 70-80% e che potrebbe rivelarsi adeguato per l’altura ma non per i monotipi, sui quali per ragioni tecniche questa modalità non sarebbe applicabile. La riduzione del numero degli equipaggi può essere una soluzione al pari dei test seriologici, “non appena – ha concluso Ettorre – avranno un’attendibilità definitiva“.

Joni Scarpolini

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