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EPropulsion Spirit 1.0 Evo, secondo anno di test per il fuoribordo elettrico di Selva

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È già passato un anno da quando avevo scritto dell’Epropulsion Spirit 1.0 Evo. Lo spettacolare fuoribordo elettrico di Epropulsion che viaggia ormai con la barca a vela della Redazione in giro per l’Italia, e di cui lo ammetto, vado molto fiero. Ma rieccomi ancora qui, con la sensazione che raccogliere i miei ricordi  mi sia molto leggero.

Sì, perché le soddisfazioni che ci ha donato anche quest’anno sono state molte, mostrando tutta la sua utilità in molteplici situazioni: poi a me questa cosa di unire il silenzio della barca a vela, che come concetto di sostenibilità ambientale non ha evidentemente eguali, con la totale mancanza di emissioni  che l’adozione dell’ Epropulsion Spirit 1.0 Evo come fuoribordo elettrico per il nostro tender, mi appaga davvero.

Ma facciamo un breve riassunto per capire di cosa stiamo parlando. Questo fuoribordo, importato in Italia da Selva, è un motore elettrico che funge da fuoribordo per il tender, che nel nostro caso è un indistruttibile Selva 320 VIB. È quindi è una sorta di congiunzione tra noi e la terraferma che va da sé non si può permettere sgarri, perché rimanere a metà strada tra la costa e la barca non è mai piacevole. Specie in mocassini e camicia prima di sbarcare a cena. A voi è mai capitato? 

Vi ricordate le caratteristiche del nostro fuoribordo elettrico Epropulsion?

fuoribordo elettrico EPropulsion Spirit 1.0 EvoA furia di usarlo ci sono cose che ormai non mi sorprendono più. Dopo la “Crociera delle 1000 miglia in Tirreno” di due anni fa, e le oltre 900 miglia percorse quest’anno, ormai è di famiglia, ma sorprendono eccome chi ci passa a trovare per la prima volta e non lo aveva mai visto.

Cominciamo dalle dimensioni, inferiori rispetto a quelle di un classico fuoribordo da tender, e con un peso per singola componente inferiore ai 12 kg, che rende montaggio e smontaggio davvero veloce e senza sforzi.  Epropulsion si installa infatti per gradi, prima si monta il piede completo di barra (11,3 kg) e poi la batteria (8,7 kg), un sistema che oltre ad essere leggero è molto sicuro.

epropulsion selvaAttenzione però, non pensiate che questo vada a discapito dei materiali. Infatti, quest’anno lo abbiamo sollecitato parecchio, alcune volte appositamente facendogli prendere qualche colpo di troppo, altre volte in maniera meno voluta, ma lui ha retto a tutto.

Sapete, tra riprese, droni che volano, telecamere che passano e una barca da governare capita che qualcosa vada ogni tanto ‘buttato là’ passatemi il termine.

Ma è proprio questo lo scopo dei nostri test, vivere come se fossimo nella normalità e qualche scossone fa parte del gioco: ad ogni modo rispetto all’anno scorso le prestazioni sono rimaste invariate, sempre eccezionali.

Il suo display ha continuato a funzionare egregiamente, segnandoci come sempre alcuni dati fondamentali come l’indicazione dei volt di carica, la tensione massima e naturalmente la carica residua: questo motore monta una batteria della capacità di 1276 Wh, costruita secondo le ultime tecnologie ai polimeri di litio che in 8,5 ore ci porta ad una carica completa, anche se nell’uso normale di tutti i giorni è sufficiente poco più di un’ora per riportare la carica al massimo dopo l’utilizzo.

Il fuoribordo elettrico EPropulsion ha un segreto

Daydreamer 100 miglia in tirrenoMa tutto questo per me, seppur notevole, passa in secondo piano nel mio test perché se vi ricordate bene il fuoribordo elettrico Epropulsion Spirit 1.0 Evo ha un segreto: e che segreto. Si ricarica da solo. Ebbene sì, basta lasciarlo collegato al tender dell’imbarcazione principale trainandolo in acqua e lui si ricarica, con un impatto minimo sulla velocità di navigazione. Infatti il suo sistema di idrogenerazione dell’energia, attraverso il flusso d’acqua che spinge le pale dell’elica, fa girare il motore producendo energia che ricarica le batterie. Gioco, partita, incontro.

Per me potrebbe bastare qui. Silenzio, perché in funzione nonostante l’annetto in più continua ad essere silenziosissimo, ed energia pulita gratis con la garanzia di non rimanere mai a secco. Serve altro?

fuoribordo elettrico epropulsionSi, direte voi. Per esempio, quanta energia consuma? Quanta strada posso realmente farci e a che velocità? Per tutti i dettagli della prova rimando alla tabella qui sotto che, noterete, è identica a quello dello scorso anno perché le prestazioni sono rimaste invariate, ma per fornirvi un concreto esempio della sua capacità di idrogenerazione, abbiamo misurato circa 1 tacca di ricarica ogni ora/ora e mezza di navigazione a 6 nodi. Il che in pratica vuol dire che in un intera stagione non lo abbiamo mai ricaricato usando il caricabatterie!

Durante questo secondo anno di test non siamo mai rimasti senza batteria, nonostante molto spesso fossimo a bordo in 4, impegnati in navigazioni costiere e nei classici va e vieni dall’a barca alla terraferma, anche su lunghe distanze. Come per esempio in agosto quando, ancorati a Cala Brandinchi, abbiamo fatto per ben due volte la rotta per il marina di Puntaldia.

Due ore di navigazione, senza il minimo problema e, sopratutto, con ancora una buona carica residua al termine delle operazioni.

EPropulsion Spirit 1.0 Evo  – Conclusioni sul secondo anno di test

EPropulsion Spirit 1.0 Evo è il fuoribordo elettrico di cui non posso più fare a meno. Vi basta? Non esagero, perché questo piccolo motore oltre ad essere pratico, efficiente e silenzioso segna un punto di svolta. Ha qualcosa di speciale proprio nel suo concept, ti fa capire che è possibile andar per mare utilizzando solo energia pulita ed in qualche modo mi riconnette al mio elemento preferito, che da parte sicuramente ringrazia tutti coloro che faranno una scelta di questo tipo: ecologica sì, ma al contempo anche assolutamente performante.

Test prestazioni

Potenza erogataVelocità nodiTempo residuo ore
60220
1002,512
2003,16,5
3003,64
4003,83,2
5004,32,5
6004,52
7004,61,8
8004,71,5
90051,2
10005,31

Luca D'Ambrosio

Direttore responsabile, tester e giornalista. Comincia a navigare in tenera età con il padre poi da adulto scopre la vela e le regate d'altura.
Lavora da più di trent'anni in editoria e naviga continuamente, soprattutto a bordo della barca della redazione, una vecchia signora dei mari che ha ristrutturato completamente e che svolge egregiamente la funzione di "laboratorio mobile" per The International Yachting Media.

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