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Coronavirus: modulo obbligatorio per chi naviga più di 6 ore

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Coronavirus: modulo obbligatorio da compilare e inviare all’USMAF prima dell’arrivo in porto   

Coronavirus modulo obbligatorio Porto di TrapaniUn modulo da compilare, un questionario da crociare. Se non è un ritorno all’autocertificazione, poco ci manca. La Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria ha emanato una circolare che da qui fino al termine dell’emergenza pandemica vincolerà non poco la vita degli armatori, almeno sulla carta. Sì, perché di carta, ancora una volta, si tratta.

Ebbene, l’organo direttivo del Ministero della Salute ha decretato che i comandanti delle unità da diporto inferiore ai 24 metri, quindi anche gli armatori, provenienti da porti italiani ed europei e reduci da più di 6 ore di navigazione, devono compilare la cosiddetta “Dichiarazione Marittima di Sanità per il Diporto”, da trasmettere via mail, o con altro mezzo, all’Ufficio di Sanità Marittima, Area e di Frontiera competente.

Dalle prime informazioni che ci pervengono da chi sta navigando in questo momento, il modulo può essere anche inviato al porto d’arrivo, che a sua volta provvede immediatamente a trasmetterlo all’USMAF. In ogni caso, in questa situazione, come appare evidente, andremo a ricadere tutti mentre ci accingiamo ad effettuare le traversate di rito delle nostre crociere estive…

DICHIARAZIONE-MARITTIMA-DI-SANITÀ-PER-IL-DIPORTO-15-giugno

sorveglianza-sanitaria-su-imbarcazioni-da-diporto-15-giugno-2020

Coronavirus: modulo obbligatorio con un questionario da crociare

Coronavirus modulo obbligatorio Porto VenereIn questo modulo l’armatore deve dichiarare che i passeggeri e i membri dell’equipaggio godono di buona salute e che nessuno di loro, negli ultimi 14 giorni, ha avuto contatti con persone positive al Covid-19 o manifestato sintomi riconducibili la virus; che i passeggeri e i membri dell’equipaggio sono a bordo da più di 14 giorni, provengono dall’Italia o da altro Paese appartenente all’Unione Europea (compresi Regno Unito, Principato di Monaco, Andorra, Repubblica di San Marino, Stato Città del Vaticano e Svizzera) e non sono sbarcati in posti differenti durante il viaggio.

Inoltre il comandante deve dichiarare che a bordo vengono adottate tutte le procedure straordinarie di igiene e di sanificazione e, nei limiti del possibile, sono rispettate le regole di distanziamento sociale; che a bordo viene regolarmente effettuato il controllo della temperatura corporea a tutti i presenti almeno una volta al giorno e che il valore rilevato viene annotato su un apposito registro e comunicato solo se il valore è uguale o superiore a 37,5°C.

Se l’armatore ha risposto “sì” a tutte le domande del questionario, la sua imbarcazione è da considerarsi in Libera Pratica Sanitaria, a patto che l’armatore stesso si impegni a comunicare all’Ufficio di Sanità Marittima, Area e di Frontiera ogni eventuale variazione dello stato di salute delle persone presenti a bordo, come febbre, tosse o ricoveri in ospedale per qualsiasi causa. Qualora invece abbia risposto “no” ad almeno una delle domande, il comandante, prima di arrivare in porto, deve avvertire l’UFSMAF, che deciderà se rilasciare o meno il nulla osta per lo sbarco.

Insomma, quando l’era dell’autocertificazione sembrava ormai alle spalle, ecco che gli armatori abituati a macinare miglia devono nuovamente armarsi di carta e penna, crociando più “sì” possibili. E incrociando le dita…

13 Comments

  1. Ennesimo documento inutile e noioso, che fa passare la voglia di navigare in Italia a quei pochi che possono ancora permetterselo. In una nazione vicina o si può navigare o non si può navigare. Regole semplici e precise. Che valgono per tutti, compresi i migranti.

  2. Documento fatto da incompetenti “terricoli” che danno, ancora una volta, dimostrazione di burocratizzare ancora di più e rendere la vita difficile ai diportisti locali ed a quelli che vorrebbero venire nel nostro paese ad incrementare il turismo.

  3. Signori, siete sicuri che si tratti di una notizia vera?
    Sul sito del Ministero della Salute non ho visto nulla del genere e se andate a vedere la circolare allegata così come la domanda, appare tutto molto strano ed assurdo, infattibile, inattuabile!

  4. Se gira una fake, si può scrivere quel che si vuole.
    La cosa strana è che, nè sul sito del Ministero della Salute, nè su quello della Guardia Costiera, si faccia riferimento a questa “bislacca” normativa che, se letta bene, si capisce quanto sia impossibile da attuare!

  5. Non date retta a questo documento. E’ una fake che girava ancora settimane fa. Il sig. Luca D’Ambrosio insiste con il numero di protocollo ma, se la fake è fatta bene, ovviamente è “protocollata” 😉

    • Caro Signor Ranzetti,

      La notizia purtroppo non è una fake news ma una pratica terribilmente seria, la riporta anche la lega navale di bologna che, peraltro, ha anche successivamente chiarito che questa circolare, datata 15 giugno, amplia e modifica la precedente specificando: “Sono esentate dalla richiesta della libera pratica sanitaria le imbarcazioni che fanno rientro nello
      stesso porto da cui sono partite, a patto che durante la navigazione non abbiano imbarcato altre persone in operazioni off shore o di soccorso in mare.”

      ecco la stessa notizia visibile anche sul sito della lega navale: https://www.leganavale.bo.it/sorveglianza-sanitaria-su-imbarcazioni-da-diporto-aggiornamento/

      Ad ulteriore conferma, alla barca a vela di un caro amico, attualmente in navigazione fra la Liguria e la Toscana, vengono regolarmente chiesti i moduli oggetto di questo articolo.

      Caro Signor Ranzetti, ci pensi bene prima di scrivere che questa notizia è una fake news, si documenti perché se qualche lettore le desse ascolto potrebbe incorrere in errore.

      Un saluto e grazie comunque di seguirci.

      Luca D’Ambrosio

  6. D’accordo, però converrete con me che non vi è traccia di questa pratica nè sul sito del Ministero della Salute (e siti collegati tipo Usmaf) e neppure su quello della Guardia Costiera.
    Un diportista che non legga Tuttobarche o non faccia parte della Lega Navale di Bologna, dovre dovrebbe avere notizia di questa pratica o dove potrebbe scaricare la documentazione da presentare?
    E poi, cosa si intende per 6 ore di navigazione?
    Con una barca a vela probabilmente significa rimanere nei limiti regionali, con una barca a motore veloce attraversare tranquillamente il Tirreno senza dover fare alcuna pratica!
    Mi sembra molto approssimativa e certamente inutile al fine di una doverosa prevenzione al covid!

    • Concordo con lei sull’inutilità e sull’iniquità della norma ma è una norma e, ahimè, va applicata e il fatto che non la si trovi sul sito della capitaneria non è una motivazione sufficiente per non applicare una circolare del Ministero della Sanità.
      E’ stata inviata a tutti i porti e, almeno 3 porti sardi ed uno dell’isola d’Elba ci hanno contattato ed hanno confermato che richiedono il documento per ormeggiare.

  7. L’ennesima inutilità da un governo (e non solo) scollegato alla realtà della vita.

    In qualità di comandante, come posso io certificare una cosa simile: “(…) godono di buona salute e che nessuno di loro, negli ultimi 14 giorni, ha avuto contatti con persone positive al Covid-19”.
    Cosa ne posso sapere io, povero comandante di imbarcazione a vela, se il mio ospite, il mio amico o il mio parente, possa essere entrato in contatto con un sospetto infettato? Probabilmente, anzi sicuramente, nemmeno il soggetto può saperlo.
    L’ennesima burocrazia scarica responsabilità.

    Sfido chiunque di voi, ad apporre anche un solo NO al modulo. In caso, vorrebbe dire, molto probabilmente, entrare in una spirale burocratica da cui non si possono conoscere gli esiti, terrificanti, a mio avviso.

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