Andiamo al Boot di Dusseldorf a festeggiare i suoi 50 anni

Andiamo a Dusseldorf a festeggiare i 50 anni del Salone Nautico indoor più grande al mondo

Ogni cantiere nautico, non solo d’ Europa, quando deve annunciare un nuovo modello, sceglie il Boot di Dusseldorf. E’ una scelta assai poco “marittima” poiché l’ampio comprensorio espositivo, esteso come trenta campi di calcio, dista dal mare più di duecento chilometri.

Eppure questo salone nautico “alles in ordnung“ ha una particolare attrazione per tutti gli operatori e, da alcuni anni, si è registrato un significativo aumento del flusso dei visitatori italiani. Molti connazionali che avevi incontrato durante il giorno negli stands della fiera, forse perché imbeccati dagli operatori nostrani, te li ritrovi poi all’ora di cena in fila d’attesa per conquistare un posto a tavola nella Brauerei Schumacher in Oststrasse per poter ordinare il famoso piatto con lo stinco. La birra invece non la si ordina, semmai, dopo la decima tacca sul sottobicchiere, la si rifiuta.

Che c’entra questo con il Boot ? C’entra e come c’entra, perché le due “attività” sono stret- tamente collegate, poiché se un operatore scorgerà da Schumacher un suo “competitor“ che brinda felice tra un Lui e una Lei che sicuramente non sono dipendenti e tanto meno facce già note nel giro nautico, sarà quasi certo che l’affare tra loro è già stato fatto o domani mattina certamente si chiuderà.

La matematica certezza è ineluttabile se gli stessi Lui e Lei, quella mattina, erano stati ospiti anche del proprio stand. Venire a comperare la barca nell’estrema Germania, dove “quasi” nessuno ti conosce, ti assicura di non essere perseguitato dalle tasse o perlomeno additato. Se anche il Boot dovesse usare la cortesia di ospitare la Guardia di Finanza tedesca, chi se ne importa, loro hanno altro a cui badare.

Il visitatore italico è probabilmente arrivato comodamente in aereo e raramente in macchina, poiché è stato informato che con i biglietti della fiera, che gli sono stati premurosamente regalati, può viaggiare gratuitamente su tutti i mezzi pubblici della Città. Il taxi dall’aeroporto alla fiera e viceversa ha una medesima tariffa sia di giorno sia di notte e non c’è alcun rischio di abusi: sempre e per tutti la tariffa fissa è di 20 euro.

Al Boot di Dusseldorf ci si può andare anche se fuori nevica, piove o comunque fa freddo, poiché si visitano tutti i 16 stands comodamente in giacca o con il pullover dopo aver lasciato il cappotto, il cappello e anche il trolley nei guardaroba che si trovano a ciascuno dei quattro ingressi  Il “tutto in ordine“ che s’era detto prima è la principale caratteristica di questo comprensorio espositivo che raramente resta inoperoso nell’arco dei dodici mesi poiché si susseguono nell’arco dell’anno rassegne specializzate e fiere campionarie che hanno costruito una professionalità di gran lunga superiore a qualsiasi altra rassegna espositiva.

In particolare per la fiera nautica l’impegno è notevole poiché bisogna far navigare le imbarcazioni, non trasportabili via strada, lungo il fiume Reno e quindi alarle e trasferirle al coperto. Ma le cronache ci hanno rivelato che dal 1980 c’è Big Willy – il travel lift che solleva fino a 100 tonnellate – che nel 2006 ha addirittura portato dentro i padiglioni il più grande megayacht mai esposto a Dusseldorf, lungo ben 41 metri fuori tutto.

I numeri di questa manifestazione espositiva sono sempre in crescita e se nel 1969 gli organizzatori si accontentarono di allineare 116 espositori provenienti da 7 nazioni che ospitarono 34.000 visitatori, sabato 20 si partirà con uno zoccolo duro di quasi 2000 espositori in rappresentanza di 70 paesi e con un consuntivo 2018 di quasi 250.000 visitatori provenienti da 100 nazioni.

Io ci vado e ci vediamo dalle 10 alle 18 in Fiera, ma se non siete a dieta verso le 20 è facile che ci incontriamo in Oststrasse. Buon Vento e … pronti per le 50 candeline del Boot Show !

Gennaro Coretti

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