Attrezzature di coperta, un check prima di salpare | TuttoBarche

Attrezzature di coperta, un check prima di salpare

 

 

 

Abbiamo visto cosa controllare e come intervenire sul motore prima di entrare nel vivo della stagione croceristica. Ora è il momento di salire in coperta e dare un occhio a tutto quello che riguarda l’attrezzatura.

Partiamo dalle manovre fisse. Normalmente sulle barche da crociera sono in spiroidale, ossia cavi formati da un intreccio di trefoli in acciaio. In queste spire possono infiltrarsi sporcizia e agenti ossidanti che alla lunga contribuiscono a creare corrosione e possibili danni. Una manutenzione regolare del sartiame sta quindi nella pulizia periodica.

Quella della pulizia è anche l’occasione per fare una verifica visiva degli snodi, dei passaggi nelle crocette, degli innesti e degli attacchi alle lande. In questo modo possiamo controllare da soli che non ci siano evidenti segni di rottura o altre anomalie.

Una regola non scritta ma che si tramanda da sempre, è che ogni 10 anni si debba sotituire il sartiame. Detto questo, è meglio fare controllare le manovre fisse da un professionista, almeno ogni 5 anni, con l’uso di liquidi impregnanti o addirittura i raggi X in grado di scovare lesioni che a occhio nudo nessuna nostra ispezione potrebbe rilevare.

Rimaniamo nei paraggi delle manovre e andiamo a controllare anche gli stopper e i bozzelli. Oltre alle possibili rotture o deformazioni, una verifica importante è quella relativa alle viti, bulloni, dadi, perni e coppiglie di ogni attrezzatura. Se cede un ancoraggio alla coperta di questo tipo di attrezzature i danni possono essere molto gravi anche a carico dell’equipaggio.

Stesso discorso vale per il trasto della randa e i carrelli del genoa. Hanno bisogno di essere semplicemente lavati con frequenza con acqua dolce e un detersivo per stoviglie che non ha effetti corrosivi  sulle cromature e le parti sintetiche. Se invece vogliamo seguire i consigli dei produttori – e  vogliamo spendere di più – ci sono in commercio prodotti specifici.

E ora andiamo a prua per un controllo allavvolgifiocco. Anche questa attrezzatura ogni cinque anni andrebbe smontata e controllata. Se abbiamo qualche dubbio sulle nostre competenze, è meglio farlo fare da un professionista. Ma prima di un intervento così importante, una buona manutenzione consiste nei frequenti lavaggi con acqua dolce e detergente per le stoviglie per il lavaggio dell’estruso, del tamburo e dello snodo dove si fissa la drizza.

Durante l’inverno, che la barca sia stata utilizzata o meno, tutte le cime esposte agli agenti atmosferici hanno subito un processo di invecchiamento, e questo a prescindere dal fatto che si tratti di una tradizionale cima a tre legnoli o un più moderno cavo in spectra. Quindi la prima regola per una corretta manutenzione della manovre correnti è il lavaggio frequente. Se è cosa semplice per le scotte e i cavi d’ormeggio, è un po’ più complicato per le drizze che in ogni caso, una volta all’anno, vanno sfilate facendo passare un messaggero, lavate e asciugate e poi riarmate.

E infine, non è una brutta idea quella di fare girare tutte le manovre correnti, in modo da evitare che siano sottoposte a sfregamenti e stress sempre negli stessi punti.

I winch, sperando che siano stati sciacquati spesso con acqua dolce, se non sono stati smontati e puliti a fine stagione, è assolutamente necessario farlo ora, quando stiamo per ritornare in mare. Insomma, una volta all’anno questo lavoro va fatto. Si smonta quindi il winch togliendo la campana e facendo atttenzione a tutte le parti interne, soprattutto molle e nottolini. Saranno sporche e con grasso residuo, quindi non dobbiamo dimenticarci di predisporre un telo su cui appoggiare i componenti e che non faccia passare in coperta tutta questa sporcizia. Tutti i pezzi vanno messi a bagno nella nafta e puliti con un pennello e quindi asciugati con un panno di cotone, comunque che non lasci peluria.

Sulla nafta ci sono pareri discordanti. Qualcuno preferisce la benzina, soprattutto se ci sono parti ossidate. Altri ancora, optano per prodotti specifici che sembrano molto efficaci.

Con tutte le parti pulite si può controllare che non ci siano segni di usura, quindi si procede a rimontare tutto spennellando i componenti con un leggero strato di grasso marino. Eccetto i nottolini che vanno lubricati con un olio specifico per macchine utensili.

Altrettanta cura va riservata al salpancora che andrebbe smontato per controllare che non ci siano fenomeni di corrosione e per pulirlo. Vanno anche controllati i contatti elettrici e i morsetti del motore elettrico e cospargerli di grasso. Infine, ma questo è meglio farlo più volte l’anno, si deve verificare che il riduttore non perda olio altrimenti si deve cambiare la guarnizione.

Infine si deve puntare a una delle aree più delicate della barca, il circuito della timoneria. I componenti più esposti all’usura sono i frenelli. Che siano in tessile o in cavo d’acciaio, devono essere ispezionati e tesati correttamente. Due sono i punti cui si deve prestare la massima attenzione: la congiunzione fra il frenello e la catena di trasmissione, di solito una impiombatura, e le porzioni di cavo  che scorrono in corrisondenza delle pulegge di cui si compone il circuito della timoneria. E’ qui che i frenelli subiscono l’usura maggiore e dove si possono verificare più facilmente le rotture.

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Nico Caponetto

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