Attenzione agli squali
Mi sento chiedere spesso dalle persone che salgono in barca (soprattutto ai Caraibi) se bisogna fare attenzione agli squali. Certo! Rispondo io, ma non qui, quando tornate a casa! Qui al massimo potete incontrare gli squali veri, pacifici come tutti gli altri animali, che non ti saltano addosso solo per il piacere di farlo, per farsi belli davanti al capo, o per il loro gusto sadico di “potere”…
E’ ormai dimostrato che la diffusa credenza che gli squali siano animali pericolosi e’ dovuta piu’ che altro a una percezione creata dal cinema, dai media in generale e forse anche dal loro aspetto. Tra le numerosissime specie di squali conosciute (oltre 500), meno di 30 sono state coinvolte in attacchi all’uomo, e solo 4 in un numero di volte tale da giustificare la fama di pericolosita’. Nella stragrande maggioranza dei casi, inoltre, tali attacchi sono da classificare come “provocati”, ovvero in qualche modo una risposta degli squali all’atteggiamento umano, sia perche’ rinchiusi in gabbie o parchi marini, sia perche’ avvicinati troppo da imbarcazioni o bagnanti, etc.. Secondo Shark Trust, in media ogni anno circa 70 uomini vengono attaccati da uno squalo senza averlo provocato, una cifra davvero molto bassa se letta in percentuale rispetto alle persone che entrano in acqua.
Ben diversi i numeri sulla pericolosita’ degli uomini per gli squali: si stima che ogni anno tra i 38 milioni e i 73 milioni di squali vengano uccisi dall’uomo (alcuni studi dicono 100 milioni). Naturalmente l’uomo ha ottimi motivi per uccidere lo squalo: la zuppa della sua pinna dicono sia deliziosa, le medicine fatte con la sua lingua miracolose e una bella foto con uno squalo in mano fa sempre la sua bella figura sulla scrivania. Cosi’ quando entrerete nel suo ufficio saprete subito riconoscere lo squalo.
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