/////

37ªAmerica’s Cup: ecco i team in gara

7 mins read

Ecco le squadre che parteciperanno alla 37ª edizione dell’ America’s Cup

Americas-Cup-team-GB

INEOS BRITANNIA

Il team inglese INEOS Britannia ha già varato la sua prima barca di prova per la 37ª edizione della Coppa America. Nome in codice T6, l’imbarcazione è stata progettata e realizzata in collaborazione con la divisione di scienze applicate del team Mercedes-AMG PETRONAS F1.

Con i suoi 12 metri di lunghezza, il prototipo giocherà un ruolo fondamentale nel programma del team fino alla prossima Coppa America, che si disputerà a Barcellona nell’estate 2024. Il lavoro del T6 inizierà con un lungo periodo di test, principalmente volto a convalidare gli strumenti di progettazione del team e testare i componenti chiave prima della costruzione di quella che sarà la barca da regata vera e propria.

America's Cup Ineo BritanniaDalla nostra esperienza in Formula 1 – ha dichiarato James Allison, direttore tecnico del team Mercedes-AMG PETRONAS F1 – comprendiamo quanto sia importante creare la migliore suite di strumenti possibile per la progettazione e l’ingegnerizzazione del veicolo. Comprendiamo anche quanto la verifica e la convalida giochino un ruolo cruciale nel miglioramento e nell’acquisizione di fiducia nei confronti di questi strumenti. T6 è stato progettato per questo scopo e non vediamo l’ora di fare i conti con i dati che può fornire.

Un enorme ringraziamento e le nostre congratulazioni vanno alla squadra per aver portato in acqua il T6, ma nella corsa alla Coppa non possiamo dormire sugli allori. La sfida è appena cominciata”.

INEOS Britannia si è cimentata nel suo quarto giorno consecutivi di test nelle acque della baia di Palma. Dopo il rimorchio fino a C’an Pastilla, vera e propria mecca per gli amanti del kitesurf, i collaudatori sono nuovamente riusciti a far decollare il T6 senza difficoltà, con il J3 ancora a segno. Questa facilità di “volo” sta diventando una caratteristica distintiva del Silver Bullet nonché oggetto di studio da parte degli altri team in gara.

I Britannici hanno qualcosa in serbo ed è interessante notare come il doppio sistema di carrello del fiocco equivalga ad un volo stabile e veloce. All’aumentare del vento, il cunningham è stato ampiamente utilizzato per controllare la parte superiore della vela e depotenziarla, cosa particolarmente evidente quando la barca atterrava dopo il volo sui foil e rimaneva con il cunningham ancora inserito.

In condizioni di mare piatto, a Giles Scott e Leigh McMillan GB-3è stato affidato il compito di pilotare il T6 durante le uscite di prova, finché le condizioni di luce lo hanno permesso. Iain Jensen e Luke Parkinson hanno dimostrato ancora una volta grande abilità nel controllo dei voli su foil, riuscendo a tenere il T6 a diverse velocità con precisione ed estrema facilità. Riescono a far sembrare facile anche l’impossibile, e una cosa è certa: gli inglesi sanno come volare.

Ugo Fonollá / America’s Cup

Nell’insieme, è stata una breve (2 ore) ma proficua sessione di navigazione a conclusione di un’eccellente settimana per il team di INEOS Britannia. Bleddyn Mon ha cosi riassunto: “Penso che abbiamo avuto una settimana fantastica. Abbiamo trascorso parecchi giorni in acqua; sì, sono stati giorni lunghi. Tuttavia, voglio dire, è per questo che siamo tutti qui, e preferiamo vedere la barca in acqua e imparare; questo vale sia per noi velisti che per i ragazzi a terra”.

L’intero team si è impegnato a fondo durante la settimana di test e i dati raccolti sono stati eccezionali. Vedere il team in acqua è stato impressionante, con performance di altissimo livello. INEOS Britannia sembra davvero competitivo.

37° America's Cup team

ALINGHI RED Bull Racing

C’è grande fermento intorno al team di Alinghi Red Bull Racing, con la squadra fortemente impegnata a migliorare ogni aspetto della sua campagna. Con il nuovo AC40 in fase di assemblaggio, l’evidente attesa che ne consegue ed alcuni Persico 69F in consegna che saranno presumibilmente utilizzati per le selezioni degli equipaggi giovanili e femminili (come altri team in questa fase), gli svizzeri sono in piena attività.

Salpando da Barcellona, ​​gli svizzeri hanno fatto enormi progressi sotto l’occhio vigile del Sailing Team Adviser Pietro Sibello. Dopo quattro settimane in rimessa durante il periodo natalizio per il montaggio di un nuovo sistema di fiocco autovirante, il mese di Gennaio ha rappresentato uno spartiacque per l’equipaggio in acqua con un notevole aumento dell’intensità dei test e la volontà di spingere più forte BoatZero sia in linea retta che in manovra . Il team ha ricevuto il suo primo AC40 alla fine di gennaio insieme ad alcuni Persico 69F per gli allenamenti e le valutazioni del caso.

RED-teamArnaud Psarofaghis, uno degli ambasciatori di nuova generazione della prossima Coppa America, ha rilasciato un’interessante intervista dopo la sessione di allenamento e alla domanda sulla stabilità dell’imbarcazione a velocità sostenute ha cosi risposto: “Penso che più aumenta la velocità, più la barca diventa stabile. Intorno ai 44-45 nodi, la barca sembra davvero inchiodata in acqua ed è abbastanza ‘piacevole’ navigare in queste condizioni. È più che altro nel passaggio dalla bolina al sottovento che ci abituiamo alla boa e sono le prime volte che navighiamo con questa brezza, quindi la prima bolina richiede sempre un po’ di attenzione, ma è andata molto bene, quindi dobbiamo solo spingere sempre di più”.

Alex Carabi / America’s Cup

Spingere sempre di più” è ormai diventato il mantra della squadra. Al margine della sessione di allenamento, Arnaud è stato raggiunto al timone di dritta da Maxime Bachelin, uno dei giovani astri nascenti del Driving Group del team Alinghi Red Bull Racing. Maxime si è subito abituato alla velocità. L’unità di ricognizione è rimasta impressionata dalle velocità raggiunte e dalla sua disponibilità a lanciarsi in manovre di foiling.

E’ stata una giornata importante in termini di distanza percorsa, con circa 60 miglia nautiche registrate dagli analisti che hanno raccolto i dati per le simulazioni dell’ufficio progettazione e usato anche un drone per osservare dall’alto le forme delle vele; nel complesso è stata una sessione molto produttiva, durata quasi cinque ore, in una Barcellona soleggiata dal sapore quasi primaverile.

Il razzo svizzero ha spiccato il volo. Tutto merito del suo team di velisti.

American Magic

NYYC AMERICAN MAGIC Team

American Magic riunisce due programmi di regate di grande successo con uno dei più importanti yacht club del mondo, uniti dalla voglia di riconquistare l’America’s Cup, ricollegare la base velica americana all’evento più importante di questo sport ed elevare la qualità della vela agonistica negli Stati Uniti.

Costituito nell’ottobre 2017 da Bella Mente Racing, Quantum Racing e New York Yacht Club, American Magic rappresenta una visione comune progettata per vincere l’America’s Cup, il più alto premio nella vela e il più antico trofeo nello sport internazionale. Il nome, American Magic, è un tributo alla leggendaria storia dell’America’s Cup del New York Yacht Club; una combinazione tra la barca che da il nome al trofeo e la prima barca che lo ha difeso.

Paul Goodison, lo America's Cup American Magicskipper che oggi affianca Riley Gibbs, ha espresso una punta di tristezza per il ritiro di Patriot: “Ieri abbiamo registrato fino a 25 nodi di vento e più di 50 nodi di velocità in ogni orzata, per poi uscire ed imbatterci in una mareggiata, in quelle che forse sono state le onde più alte incontrate oggi dal Patriot: abbiamo incontrato condizioni molto impegnative, ma è stato fantastico sperimentarle con il team e vedere come tutti i membri siano praticamente all’altezza della sfida. Abbiamo trascorso due giornate fantastiche di navigazione per finire con Patriot qui a Pensacola.

american-magic-sram-inlineGoodison, velista tecnicamente brillante della generazione foiling, ha spiegato più nel dettaglio quanto affrontato dal team: “E’ stata una vera e propria impresa. Quando le onde sono così alte, è difficile tenere il foil in acqua e lo scafo fuori- ovviamente una virata è un po’ più facile dell’altra – Con le mure a sinistra abbiamo avuto seri problemi non appena lo scafo toccava terra, il foil era fuori dall’acqua, abbiamo dovuto accettare un po’ di sbandamento con la barca leggermente fuori rotta. A dritta la barca era ovviamente un po’ più stabile perché avevamo un po’ più di margine per tenere il bulbo in acqua e lo scafo fuori dall’acqua. Le condizioni sono state davvero difficili, ma abbiamo imparato ancora una volta in modo fantastico”.

Il team vedrà consegnati i suoi AC40 nelle prossime settimane e Patriot sarà smontato con cura dallo shore team per le ispezioni del caso. Uno degli yacht più famosi della storia recente dell’America’s Cup sarà ricordato con affetto. Addio Patriot.

LUNA ROSSA Prada Pirelli Team

America’s Cup. LUNA ROSSA Prada Pirelli Team

In ogni team impegnato nella corsa alla Coppa America, ogni persona e ogni dipartimento svolgono un ruolo cruciale per la riuscita della Campagna: il lavoro del singolo, anche se lontano dai riflettori, infatti, ha ripercussioni sull’intero ciclo di Coppa ed è interconnesso a quello degli altri. Lo shore team, ad esempio, è il cuore pulsante di Luna Rossa Prada Pirelli, come spiega il boat captain Michele Cannoni, che di questo settore è responsabile. Velista professionista con oltre 20 anni di esperienza in regate internazionali e due campagne di Coppa (Luna Rossa Prada Pirelli 2007 e 2021) alle spalle, Cannoni coordina le 35 persone che compongono la “squadra di terra”, quella che effettua tutte le modifiche suggerite dai velisti o dal design team e le eventuali riparazioni al termine di una sessione di allenamento o di una regata.

Luna Rossa America's CupGestire 35 persone con caratteri ed esigenze diversi non è semplice, come non lo è stabilire e rispettare la cronologia delle operazioni, ma Cannoni può contare su una lunga e sfaccettata esperienza. “Essere stato per oltre 20 anni un velista professionista mi aiuta a comprendere sia le dinamiche di una barca, sia le esigenze dei velisti e dello shore team; quindi credo di poter contribuire a dare i ritmi giusti a vari dipartimenti che cooperano tra loro”. Lo shore team è certamente il reparto più “stressato” in termini di orari e turni lavorativi, le soddisfazioni di certo nno mancano. “È un lavoro bellissimo, ma non facile”, ammette Cannoni; “hai poco tempo per la vita “normale”, ma quando brindi a una vittoria, quello ti ripaga di tutto. Devi avere passione e una forte motivazione: la mia è vincere la Coppa America”

Concluso il primo Youth Camp di Luna Rossa Prada Pirelli

Meteo variabile e tanto entusiasmo per la prima sessione di osservazione.

Al termine del primo Youth Camp (30 gennaio – 5 febbraio) organizzato a Cagliari da Luna Rossa Prada Pirelli per i velisti Under 25, il bilancio è estremamente positivo, sia da parte dei 14 giovani coinvolti, sia da parte degli allenatori che li hanno seguiti a terra e in mare mentre navigavano a bordo dei 69F.

Impegnati tutti i giorni a rispettare una tabella di marcia che iniziava la mattina presto e si concludeva il tardo pomeriggio, i ragazzi hanno partecipato a lezioni teoriche presso la base di Luna Rossa Prada Pirelli, ad allenamenti in palestra e in piscina (imparando le tecniche di sicurezza in acqua) e a sessioni in mare, alternandosi nei ruoli a bordo. Sebbene abituati a collezionare successi e podi, hanno tutti vissuto con grande emozione l’opportunità unica di far parte di questo progetto.

“Sono ragazzi molto giovani e molto bravi, con competenze ed esperienze diverse”, commenta Simone Salvà, coach dello Youth Camp 1 (insieme con il coordinatore Jacopo Plazzi). “Non solo hanno dimostrato di essere tecnicamente capaci, ma anche di essere motivati, uniti e di saper lavorare in squadra, doti che per noi sono di primaria importanza. Quelli con maggiore esperienza, inoltre, erano sempre pronti ad aiutare chi si cimentava per la prima volta con i 69F, ed è una cosa che mi ha colpito positivamente”.

Orient Express America's Cup

America’s Cup: K-CHALLENGE Orient Express Team

Il grande gruppo alberghiero Accor ha stretto un accordo con KChallenge in vista della 37esima America’s Cup e ha selezionato il suo marchio Orient Express come title partner per il nome dello sfidante francese. Il team si chiamerà Orient Express Team.

Guidato da Stéphan Kandler e Bruno Dubois con la collaborazione di alcuni specialisti francesi, come l’architetto navale Benjamin Muyl, lo skipper Quentin Delapierre, il capo delle prestazioni Franck Cammas e il direttore tecnico Antoine Carraz, il team affronterà altri quattro sfidanti alla Challenger Selection Series nel settembre 2024.

Per la prima volta nella storia della Francia in Coppa America, la sfida francese beneficerà di un pacchetto tecnologico di ultima generazione fornito dal Defender. Ciò consentirà all’Orient Express Team di guadagnare tempo e partire ad armi pari con i suoi avversari. L’obiettivo è portare i colori dell’Orient Express il più avanti possibile nella competizione.

L’Orient Express Team, che ci rappresenterà all’America’s Cup, può contare sull’immancabile supporto degli oltre 500 membri della Société Nautique de Saint-Tropez – ha dichiarato Pierre Roinson, Presidente della SNST – Siamo molto felici di essere una pietra miliare della campagna 2024”.

Stéphan Kandler ha fondato K-Challenge nel 2001 per una precedente campagna di Coppa America. È stato raggiunto poi nel 2021 da Bruno Dubois e da allora i partner si sono dedicati alla costruzione di un team francese forte e di talento.

Il team è composto da:

Benjamin Muyl, Principal Designer

Antoine Carraz, Technical Director

Franck Cammas, Head of Performance and Design/Sailor Coordinator

Il Sailing Team gestito da Bruno Dubois e guidato dallo skipper Quentin Delapierre sarà allenato da Thierry Douillard.

In attesa del varo dell’AC75 Orient Express nella primavera del 2024, il team velico si allenerà su un AC40, un monoscafo più piccolo ma ugualmente potente che sarà utilizzato anche come piattaforma per la Youth and Women’s America’s Cup.

Il trasferimento di conoscenze, uno dei pilastri del DNA dello sfidante francese, non sarà messo in ombra dal coinvolgimento e dalle prestazioni del team in Coppa America. Al contrario, scoprire e sviluppare nuovi velisti e favorire l’integrazione e la formazione di donne e giovani nella vela agonistica d’élite rimarrà al centro della missione dell’ Orient Express Team e K-Challenge.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Previous Story

33 isole e un Gommovela

Next Story

Sicurezza a bordo: Alberto Palazzo ci parla di sistemi antincendio e di Aerosol AerPro

Latest from Blog