Emirates Team New Zealand allenamento Auckland
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Il brutale allenamento dei velisti a pedali di Team New Zealand per vincere l’America’s Cup

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Nei giorni scorsi si è fatto un gran parlare dei velisti a pedali presentati da Emirates Team New Zealand. Ma avere messo dei winch che funzionano spinti dalle gambe e non dalle braccia è solo uno degli aspetti da affrontare per fornire la potenza necessaria a bordo del catamarano. Perché il vero motore è proprio nelle gambe dei grinder, ormai già ribattezzati cyclors, crasi tra cyclers, ciclisti, e sailor, velisti.

allenamento cyclors grinder a pedali Emirates Team New Zealand.
Una sessione di allenamento indoor per i cyclors, i grinder a pedali di Emirates Team New Zealand.

La cosa più difficile, fanno sapere dal sindacato neozelandese in lizza per la prossima Coppa America, è stata tenere nascosta non il lavoro sulle barche, ma la quantità e l’intensità dell’allenamento che nell’ultimo anno e mezzo ha spostato la preparazione dei grinder dalle braccia alle gambe. Perché da un po’ di tempo i kiwi lavorano sodo sull’argomento.

L’allenatore fisico del team, Hubert Woroniecki, ha seguito la transizione dei marinai da velisti a cyclors con l’aiuto, offerto sotto copertura, di Simon van Velthooven, medaglia di bronzo per la Nuova Zelanda alle Olimpiadi 2012 nel ciclismo su pista.

Emirates Team New Zealand allenamento Auckland“L’allenamento sui pedali è iniziato da più di 18 mesi. All’inizio è stata una sfida bilanciare la richiesta fisica per avere una regolare fornitura di potenza ai grinder della nostra prima barca test, mentre li stavamo trasformando in ciclisti. Ora i ragazzi vanno in bici tutti i giorni, modulando l’allenamento su diverse durate e intensità, insieme ad altri tipi di impegno, In alcune particolari sessioni sono spinti al loro limite fisico assoluto di resistenza e sforzo in sella”, spiega Woroniecki.

“Abbiamo puntato molto sulle bici da indoor, le Watt Bikes, per rimanere nascosti alla vista dei molti visitatori e curiosi – ha detto ancora Woroniecki – e non destare sospetto, ma c’era bisogno di uscire dalla base e buttarsi sulla strada con le biciclette.”

allenamento cyclors grinder a pedali Emirates Team New Zealand.“Siamo usciti in gruppo per lunghi giri in bici che sono stati utili sia come allenamento fisico sia come momento di team building”, racconta l’allenatore. “Una pedalata di 200 km, da Auckland a Coromandel, il più veloce possibile, da compiere insieme è un sistema per essere sicuri di essere reciprocamente leali e di prendersi cura dei compagni”.
Finora non era stata data nessuna indicazione sul reale tipo di allenamento seguito dai kiwi per aumentare la forma e aumentare la fornitura di potenza in situazioni di estremo stress mentale e fisico.

Emirates Team New Zealand allenamento Auckland“Sono test brutali”, racconta Joseph Sullivan, medaglia d’oro a Londra 2012 nel canottaggio. “La richiesta energetica è paragonabile a quella di una gara di canottaggio, arrivi al tuo limite fisico in cui il tuo corpo ti urla di fermarti, ma tu devi stare lì e continuare ad andare”. D’altra parte, come dice il nostro Alex Zanardi: “Quando pensi di avere dato tutto, tieni ancora cinque secondi”.
Glenn Ashby, lo skipper di ETNZ è stato molto motivato da ciò che ha visto esprimere dalla nuova generazione di giovani generatori di potenza.

Emirates Team New Zealand America's Cup

” Iragazzi stanno davvero facendo tutto il possibile – ha detto lo skipper –  per vincere questa America’s Cup. Aiuta avere gente come Joe (Sullivan, ndr) che sa quanto devi dare per vincere una medaglia d’oro di canottaggio ed è fondamentale che i nostri possano confrontarsi direttamente con lui”.

Sebbene i cyclors siano un gruppo davvero coeso, sanno anche che sono in gara l’uno contro l’altro per aggiudicarsi uno delle quattro selle installate a bordo della barca che andrà a competere. “Stanno dando davvero il massimo”, conclude Woroniecki, “Sono tutti estremamente competitivi a si spronano in maniera davvero positiva. Prima di tutto viene l’equipaggio e questo approccio è quello che li spinge a voler essere un gruppo migliore all’interno della collettività della squadra”.

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